All’inizio del 2024, il Kenya ha abolito ufficialmente l’obbligo di visto. Da allora, i viaggiatori di tutto il mondo possono richiedere un’eTA anziché un visto. Tale provvedimento ha però portato il malcontento fra i viaggiatori che in precedenza potevano recarsi in Kenya senza visto.
Nuovi requisiti per il visto Kenya
Nonostante per la maggior parte dei viaggiatori sia diventato più facile recarsi in Kenya, i requisiti per i viaggiatori di determinate nazionalità sono diventati più severi. Si tratta, in particolare, dei viaggiatori provenienti da molti Paesi africani, che prima del 2024 potevano recarsi in Kenya senza alcuna autorizzazione di viaggio. Per questi viaggiatori, infatti, era possibile soggiornare in Kenya per un periodo compreso tra i 30 e i 90 giorni semplicemente esibendo un documento di identità o un passaporto valido all’arrivo. Tuttavia, la normativa è cambiata all’inizio del 2024.
Malcontento per l’eTA
Al momento dell’arrivo in Kenya, i viaggiatori di tutte le nazionalità devono essere in possesso di un’autorizzazione di viaggio elettronica (detta eTA o electronic Travel Authorisation). Per richiedere l’eTA, è necessario fornire la conferma di prenotazione del volo e dell’alloggio. Fanno eccezione solo i cittadini dei Paesi membri della Comunità dell’Africa orientale.
In precedenza, i cittadini di 43 Paesi potevano recarsi in Kenya senza visto né eTA. Si trattava prettamente di cittadini di Paesi africani come Sudafrica, Ghana e Zimbabwe. Con la nuova normativa, anche i viaggiatori di questi Paesi devono richiedere l’eTA e sostenere i relativi costi. Ciò tocca particolarmente i viaggiatori che si recano regolarmente in Kenya, in quanto ciascun viaggio richiede una nuova eTA.
Annuncio dell’abolizione dell’obbligo di visto
L’abolizione dell’obbligo di visto è stata annunciata dal presidente keniota William Ruto durante un discorso celebrativo verso la fine del 2023. L’annuncio dell’abolizione dell’obbligo di visto è stato accolto positivamente, ma la gioia si è rivelata prematura, in quanto i viaggiatori avrebbero comunque dovuto richiedere l’eTA. Per i viaggiatori già soggetti all’obbligo di visto, non è cambiato molto, mentre molti viaggiatori che prima non dovevano richiedere il visto ora dovranno richiedere l’eTA. È da qui che scaturiscono molte delle critiche mosse alla nuova normativa keniota. Alcuni sostengono che l’annuncio sia stato fuorviante e che il cambio di politica sia solo un espediente per attirare l’attenzione.
Pochi cambiamenti per i viaggiatori europei
Per la maggior parte dei viaggiatori europei diretti in Kenya, a eccezione dei cittadini ciprioti, non è cambiato molto. Anche i cittadini italiani, dall’inizio di quest’anno, devono richiedere l’eTA anziché il visto elettronico per il Kenya. La procedura di richiesta e i requisiti delle due autorizzazioni di viaggio sono pressoché identici. Tuttavia, dall’inizio del 2024, anche i viaggiatori minorenni devono sempre essere in possesso di un’eTA, mentre in precedenza potevano recarsi in Kenya senza visto. D’altra parte, il costo dell’eTA è leggermente inferiore rispetto a quello dell’e-visa.
Per i viaggiatori europei è importante richiedere l’eTA molto prima di partire per il Kenya, poiché non è possibile recarsi nel Paese senza un’autorizzazione di viaggio valida. Ciò vale anche per i minorenni.
Conseguenze dell’introduzione dell’eTA
Il governo keniota vede l’introduzione dell’eTA come un successo, dato che il Paese ha già elaborato decine di migliaia di richieste. Nonostante i problemi iniziali, i sistemi sembrano ora funzionare senza problemi e il Paese sta già percependo i ricavi derivanti dal rilascio delle nuove autorizzazioni di viaggio. Inoltre, il governo afferma che l’introduzione dell’eTA era assolutamente necessaria per controllare meglio chi entra ed esce dal Paese.
D’altra parte, si moltiplicano le critiche da parte di altri Paesi africani, che ora devono soddisfare requisiti più severi per recarsi in Kenya. Si teme quindi che altri Paesi del continente introducano obblighi di visto simili per i cittadini kenioti. Ciò avrebbe un impatto negativo sul progetto a lungo termine volto a promuovere la libertà di circolazione in Africa.