Notizia | | 24/11/2023 | Tempo di lettura: ±3 minuti

Dall’inizio della guerra tra Israele e Palestina, l’Australia ha rilasciato visti a più di 800 palestinesi e 1700 israeliani in fuga. Si tratta di semplici Visitor Visa Australia (visti per visitatori), e quindi non di un'iniziativa specificamente umanitaria. Tuttavia, questa politica ha sollevato diverse questioni relative ai possibili rischi per la sicurezza.

Grande volume di richieste di visto dal Medio Oriente

L’Australia sta ricevendo un gran numero di richieste di visto dal Medio Oriente per via dei recenti risvolti del conflitto tra Israele e Hamas, che ha già causato molte vittime. Per sfuggire alla guerra, molti palestinesi e israeliani cercano un rifugio temporaneo in Australia. Sono circa 860 i palestinesi e quasi 1800 gli israeliani che hanno già ottenuto un visto Australia. Tuttavia, non si sa quanti dei palestinesi abbiano effettivamente già raggiunto l’Australia, in quanto è molto complicato lasciare Gaza in questo periodo.

Le richieste di visto provenienti da Israele e Palestina non sono ufficialmente richieste d’asilo, bensì richieste di Visitor Visa (sottoclasse 600). Si tratta dello stesso visto utilizzato da chi visita l’Australia per una vacanza o un viaggio di lavoro. Il visto consente di soggiornare fino a 12 mesi consecutivi. A causa della guerra, un numero elevatissimo di richieste di questo visto per l’Australia è arrivato da Israele e Palestina. Molte di queste sono state approvate. Il fatto che siano stati rilasciati così tanti visti ha sollevato dubbi in Australia sul controllo delle richieste, sfociando addirittura in discussioni politiche.

La rigida politica australiana sull’immigrazione

L’Australia è nota a livello internazionale per le sue politiche di immigrazione rigidissime. Le richieste di visto per l’Australia vengono sempre controllate in modo approfondito e con pochissime eccezioni alle norme vigenti. Anche il tennista di fama mondiale Novak Djokovic, nel 2022, non è stato autorizzato a entrare nel Paese perché non rispettava le norme vigenti relative al coronavirus. Inoltre, il Paese è stato criticato da diverse organizzazioni per i diritti umani a causa del trattamento riservato agli immigrati che in passato cercavano di raggiungere l’Australia senza una valida autorizzazione di viaggio.

Tuttavia, l’Australia si impegna in cause umanitarie a sostegno di persone in difficoltà, ad esempio provando ad aiutare le persone coinvolte a lasciare la zona di guerra di Gaza attraverso il consolato australiano del Cairo. L’aiuto è rivolto soprattutto agli australiani che si trovano nell’area e ai titolari di un permesso di soggiorno australiano o di un visto per l’Australia validi, come gli 860 palestinesi che hanno ricevuto il visto negli ultimi mesi.

Critiche alla procedura di rilascio

Nelle scorse settimane, l’opposizione in Australia ha posto diverse domande in merito al modo in cui il visto Australia viene rilasciato ai palestinesi. In particolare, sono sorti dubbi in merito all’accuratezza dei controlli effettuati. Secondo l’opposizione, infatti, i cittadini palestinesi in fuga dalle zone di guerra potrebbero rappresentare un rischio per la sicurezza dell’Australia. Inoltre, l’opposizione accusa il governo australiano di essere poco trasparente in merito alla quantità di visti rilasciati e alla procedura di rilascio.

Il governo australiano ha risposto alle critiche affermando che tutte le richieste di visto sono state controllate minuziosamente secondo le linee guida vigenti. Per ragioni umanitarie, le richieste provenienti dalle zone di guerra hanno avuto priorità sulle normali richieste di visto, ma ciò non vuol dire che i visti siano stati rilasciati senza i dovuti controlli. Il Ministro degli Interni australiano, Clare O’Neil, ha sottolineato che la sicurezza nazionale è la priorità assoluta, accusando l’opposizione di strumentalizzare la guerra per fini politici.

Requisiti del Visitor Visa temporaneo

Il Visitor Visa (sottoclasse 600) è pensato per viaggiatori che intendono soggiornare in Australia per un massimo di un anno. Questo visto non consente di lavorare o seguire un corso di studi per più di tre mesi in Australia. Le possibilità di estendere la durata del soggiorno sono limitate, ma ci sono per coloro che non possono tornare nel Paese d’origine per motivi di sicurezza. Inoltre, i titolari di un Visitor Visa non sono considerati cittadini australiani, per cui non hanno diritto ai servizi erogati dallo stato sociale.

I viaggiatori provenienti da diversi Paesi europei ed extraeuropei possono richiedere il visto eVisitor (sottoclasse 651) anziché il Visitor Visa (sottoclasse 600). I requisiti dei due visti sono simili, ma richiedere un visto eVisitor è più semplice e veloce.

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