Notizia | | 22/02/2023 | Tempo di lettura: ±4 minuti

Il governo australiano concederà un visto permanente a migliaia di rifugiati che vivono attualmente in Australia con un visto provvisorio. Il nuovo regolamento è entrato in vigore il 20 febbraio 2023 e non si applica ai viaggiatori che soggiornano in Australia con un’autorizzazione di viaggio temporanea, come il visto eVisitor.

Nuove norme sulla concessione di visti permanenti ai rifugiati

Dallo scorso lunedì 20 febbraio 2023, migliaia di rifugiati che attualmente si trovano in Australia con un visto provvisorio potranno ottenere un visto permanente. La nuova norma si applica ai circa 19.000 rifugiati che sono arrivati in Australia prima dell’introduzione del programma di protezione delle frontiere Operation Sovereign Borders. Il programma è stato introdotto nel 2013 con lo scopo di ostacolare l’arrivo di richiedenti asilo via mare. Altri obiettivi del programma sono la protezione delle frontiere e la lotta al traffico di esseri umani.

Oltre all’introduzione di queste nuove norme, verranno aboliti due tipi di visto provvisorio giudicati criminali da diverse organizzazioni per i diritti umani: il visto Protection and Safe Haven Enterprise (SHEV) e il visto Temporary Protection.

A cosa dà diritto un visto permanente?

Tutti coloro che in base ai nuovi requisiti sono idonei all’ottenimento di un visto permanente avranno gli stessi diritti dei residenti permanenti australiani, tra cui la possibilità di accedere immediatamente alle prestazioni sociali, il diritto a ricevere assistenza dal National Disability Insurance Scheme (NDIS) e il sostegno finanziario per l’accesso all’istruzione superiore. Una volta soddisfatti tutti i requisiti, i nuovi titolari di un visto permanente potranno inoltre ottenere la cittadinanza australiana e di conseguenza sponsorizzare i propri familiari in modo da farli trasferire in Australia.

Controversie sul programma Operation Sovereign Borders

Il programma di protezione delle frontiere Operation Sovereign Borders permette all’Australia di intervenire militarmente nel caso in cui dei rifugiati dovessero tentare di entrare nel Paese via mare per poi chiedere asilo. Le imbarcazioni che trasportano i richiedenti asilo vengono intercettate dall’esercito australiano e scortate al loro porto d’origine, che nella maggior parte dei casi si trova in Indonesia. Altri richiedenti asilo vengono invece accompagnati a un centro di detenzione offshore dove attendere lo svolgimento della propria procedura di asilo. Alcuni di questi centri di detenzione si trovano a Nauru, un’isola del Pacifico, e in Papua Nuova Guinea. Dall’introduzione del programma di protezione delle frontiere, il governo australiano ha confermato che a nessun richiedente asilo che arriva in Australia via mare sarà concesso di stabilirsi nel Paese.

Le pessime condizioni dei centri di detenzione

La politica australiana sull’immigrazione, che riguarda anche i centri di detenzione, è stata a lungo oggetto di controversie, principalmente a causa delle pessime condizioni di vita offerte. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), con questo programma l’Australia starebbe violando i diritti umani. L’organizzazione ritiene che, al contrario di quanto avviene ora, ogni rifugiato debba avere diritto a una procedura di asilo equa e individuale.

Critiche mosse dall’Australia stessa

Anche in Australia sono state sollevate diverse critiche sul programma di protezione delle frontiere. Uno dei motivi è costituito dalla scarsità di informazioni fornite sul contenuto delle operazioni svolte, soprattutto in materia di respingimento delle imbarcazioni che trasportano i rifugiati. Anche le norme del governo australiano sulla responsabilità penale degli eventi che si verificano nei centri di detenzione offshore sono poco diffuse.

Dal 2013 a oggi, circa 3.100 rifugiati sono stati affidati a centri di detenzione offshore a Nauru e in Papua Nuova Guinea in virtù del programma Operation Sovereign Borders. Di questi, solo a circa 1.100 rifugiati è stato permesso di stabilirsi temporaneamente in Australia in attesa del visto. Questo gruppo di persone, che gode attualmente dello status di residente temporaneo in Australia, potrebbe ora ottenere un visto permanente.

Migliaia di richieste in attesa di approvazione

Sembra che attualmente siano circa 5.000 le richieste di visto temporaneo attualmente in fase di valutazione o di esame da parte di un giudice. Il governo australiano precisa di non voler cambiare la propria procedura di rilascio dei visti e afferma che chiunque soddisfi i requisiti del visto temporaneo sarà automaticamente idoneo ad ottenere un visto permanente.

A marzo 2023 verranno riaperti i moduli di richiesta elettronici. Per il momento, il ministro degli Affari Esteri australiano inviterà i titolari di un visto provvisorio a richiederne uno permanente.

Vacanze in Australia? Richiedi un eVisitor

I viaggiatori che si recano in Australia per turismo non hanno bisogno di un’autorizzazione di viaggio permanente e possono richiedere un visto eVisitor. Il visto eVisitor per l’Australia consente ai viaggiatori italiani di soddisfare facilmente l’obbligo di visto. Questa variante di visto può essere utilizzata per un numero illimitato di viaggi turistici o d’affari nel corso del periodo di validità di un anno. Ogni soggiorno in Australia può avere una durata massima di tre mesi.

Attenzione: questo articolo concernente il visto per l’Australia è stato scritto più di un anno fa. Potrebbe contenere informazioni e consigli datati che non possono conferire alcun diritto. Se stai per partire per un viaggio e desideri sapere quali siano le norme attualmente in vigore, ti invitiamo a leggere tutte le informazioni attuali riguardanti il visto per l’Australia.

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