L’India è uno dei Paesi più vasti e popolati al mondo e presenta una straordinaria diversità culturale. Ci sono centinaia di gruppi etnici e vengono parlate più di 400 lingue diverse. La maggior parte della popolazione pratica l’induismo, ma ci sono anche importanti minoranze che praticano l’Islam, il Cristianesimo, il Buddismo e il Sikhismo.

L’India vanta anche un’ampia varietà di paesaggi naturali: foreste pluviali tropicali, pianure aride, zone desertiche, ma anche catene montuose, tra cui, naturalmente, la catena dell’Himalaya a nord. Il Paese ha molto da offrire anche ai turisti.

Su questa pagina puoi consultare informazioni sulla storia, la cultura e le principali attrazioni turistiche dell’India.


Fatti e cifre

Capitale Nuova Delhi
Superficie 3.300.000 km2
Abitanti 1.407.563.842 (2021)
Lingue Hindi, inglese e altre 21 lingue ufficiali locali
Valuta Rupia indiana
Religione Induismo (80%), Islam (14%), Cristianesimo (2%), Sikhismo (2%)
Differenza di fuso orario 3,5 ore avanti (d’estate) o 4,5 ore avanti (d’inverno)
Durata del viaggio Dalle 7,5 alle 10 ore di volo
Elettricità 230V - 50Hz (adattatore di viaggio necessario)
Acqua del rubinetto Non potabile
Visto Il visto India è obbligatorio

Mappa

L’India si trova nel subcontinente indiano, circondata in gran parte dall’Oceano Indiano. A nord si trova l’Himalaya, la catena montuosa con le cime più alte al mondo. Inoltre, l’India confina con il Pakistan a nord-ovest, con il Nepal, il Bhutan e la Cina a nord e a nord-est e infine con il Bangladesh e il Myanmar a est. A sud-est dell’India si trova l’isola di Sri Lanka.


Storia

La preistoria indiana
Circa 55.000 anni fa, gli uomini moderni arrivarono nel subcontinente indiano. Per migliaia di anni, la maggior parte degli uomini ha vissuto da cacciatori e raccoglitori. In seguito, 9.000 anni prima dell’inizio della nostra era, sono sorti insediamenti nell’attuale Pakistan e nelll’India occidentale. A partire dal 3.000 a.C. circa, si parla della civiltà dell’Indo o civiltà di Harappa. Questa civiltà dominò la Valle dell’Indo per più di mille anni e fu tra le prime civiltà altamente sviluppate del mondo insieme alle culture mesopotamica ed egizia. Purtroppo si sa molto poco dell’antica Valle dell’Indo, poiché la scrittura della civiltà di Harappa non è ancora stata decifrata.

A partire dal 1.800 a.C. circa, grandi gruppi di indo-ariani migrarono dall’attuale Iran all’India nord-occidentale. La cosiddetta migrazione indo-ariana generò grandi cambiamenti nel subcontinente indiano e nel giro di pochi secoli, gli indo-ariani erano la popolazione dominante in India settentrionale. I nuovi arrivati diedero vita ai Veda, i testi più antichi e allo stesso tempo più sacri dell’Induismo. Inizialmente i Veda vennero tramandati oralmente, finché non furono messi su carta intorno al 1.200 a.C. Oltre all’Induismo, l’India classica può vantare anche l’origine di Buddismo e Giainismo, religione incentrata sulla non violenza. Intorno a questo periodo si diffuse in tutta l’India il sistema delle caste, che prevede un’assegnazione della popolazione a un determinato strato sociale fin dalla nascita.

Le dinastie dell’antichità
Il subcontinente indiano è stato dominato da diversi regni nel corso della storia. Uno dei primi grandi imperi indiani fu la dinastia Nanda, che intorno al 330 a.C. controllava gran parte dell’India settentrionale. A essa seguì la dinastia Maurya, che governò quasi tutto il subcontinente indiano tra il 320 e il 185 a.C. Nell’India moderna, questo grande impero è ancora motivo d’orgoglio. Durante la dinastia Maurya nacque la Grand Trunk Road, una via commerciale che percorre l’India da nord a sud che fu utilizzata per secoli.

I templi rupestri di BadamiGli spettacolari templi rupestri di Badami sono una delle tante testimonianze della storia indiana.

Dopo la caduta dell’impero Maurya seguirono altri imperi, ognuno dei quali governò una parte dell’India. Tuttavia, nessuna di queste dinastie riuscì ad assicurarsi il dominio dell’intero subcontinente. Con l’impero Gupta, che governò gran parte dell’India tra il IV e il VI secolo, si raggiunse il picco che oggi gli storici chiamano l’Età dell’Oro dell’India. Durante l’Età dell’Oro fiorirono l’arte, la letteratura e l’architettura indiane. L’India divenne un importante centro culturale che avrebbe influenzato i suoi vicini per i secoli a venire. Ma anche questo periodo di prosperità non durò e l’Impero Gupta finì per disintegrarsi, dopodiché diversi regni minori dominarono diverse parti dell’India.

Il Medioevo indiano
Nell’alto Medioevo l’India entrò in contatto con nuovi popoli. Ad esempio, il nord del subcontinente venne invaso da un popolo forse imparentato con gli Unni. L’India non sfuggì nemmeno all’avanzata araba del VII e VIII secolo: gli eserciti del califfato islamico penetrarono nell’odierno Pakistan e nell’India occidentale, convertendo all’Islam gran parte della popolazione. Nel XIII secolo, i conquistatori islamici riuscirono a occupare l’India, che all’epoca era composta da diversi imperi. Nacque il sultanato di Delhi, una dinastia turco-persiana che nei secoli successivi conquistò gran parte dell’India.

Quando i Mongoli invasero l’India nel XIII secolo, furono fermati dalle armate del sultanato di Delhi. Tuttavia, la resistenza indiana alle diverse invasioni non durò per sempre. Nel XIV secolo, il sovrano turco-mongolo Timur Lenk riuscì a conquistare e saccheggiare Delhi. Nonostante la sete di conquista di Timur, l’occupazione turco-mongola non durò a lungo. Il sultanato di Delhi, seppur indebolito, riuscì lentamente a riprendersi. Il colpo di grazia a Delhi giunse più di un secolo dopo durante le conquiste di Babur, un discendente diretto di Timur. Babur assoggettò gran parte dell’India e fondò l’Impero Moghul, che avrebbe governato il subcontinente per almeno tre secoli.

I Moghul e i Maratha
Sotto l’impero Moghul, la cultura indù-islamica raggiunse l’apice in India. Molte delle strutture di questo periodo sono ancora in piedi e sono celebri in tutto il mondo. Ad esempio, risalgono al periodo Moghul il Taj Mahal, il Forte Rosso e il Forte di Agra. Anche l’economia del subcontinente era in costante sviluppo:nel XVII secolo l’economia indiana era la più importante al mondo. Tuttavia, a causa di attacchi esterni, l’Impero Moghul cadde in declino a partire dal XVIII secolo. I Maratha, un popolo dell’India sud-occidentale, assestarono il colpo di grazia sconfiggendo definitivamente i Moghul e conquistando la maggior parte del loro impero. I Maratha rimasero al potere in India fino al XVIII secolo, finché non furono sconfitti dagli inglesi e furono costretti a cedere il loro impero alla Compagnia britannica delle Indie orientali.

I contatti tra l’Europa e il subcontinente indiano
La storia indiana ha avuto più volte contatti diretti e indiretti con i regnanti europei. Ad esempio, Alessandro Magno intraprese una guerra con il re indiano Porus nel 326 a.C., mentre i commercianti romani fondarono un insediamento commerciale nel sud del subcontinente indiano. Tuttavia, un contatto più diretto arrivò solo quando i portoghesi circumnavigaronol’Africa nel XVI secolo stabilendo postazioni commerciali sulla costa indiana. Nei secoli successivi seguirono gli olandesi, i francesi e gli inglesi, che fondarono ciascuno le proprie colonie. Alla fine furono gli inglesi a prevalere diventando la potenza coloniale dominante in India.

Nel corso del XIX secolo, la Compagnia britannica delle Indie orientali continuò a espandere la propria influenza sull’India. Gli inglesi combatterono diverse guerre e aizzarono i governanti indiani l’uno contro l’altro. La Compagnia si trovò presto a governare direttamente gran parte dell’India. Per di più, gli inglesi controllavano molti Stati vassalli. Nel 1857, nel nord dell’India scoppiò una grande rivolta contro i signori europei, repressa nel sangue dopo un anno. L’India divenne un dominio della corona britannica, noto in inglese come British Raj. L’India britannica non comprendeva solo l’India, ma anche gli attuali Pakistan, Bangladesh e Myanmar.

Victoria Memorial a CalcuttaIl Victoria Memorial di Calcutta, un esempio dell’influenza britannica sull’India moderna

Il movimento indipendentista
Durante la prima guerra mondiale, più di un milione di indiani combatterono al fianco degli inglesi sui campi di battaglia europei. Quando questi soldati tornarono in patria, molti si unirono ai nascenti movimenti indipendentisti indiani. Gli inglesi repressero brutalmente qualsiasi forma di resistenza. Un famoso sostenitore dell’indipendenza indiana fu il Mahatma Gandhi, sotto il quale centinaia di migliaia di indiani protestarono pacificamente contro i regnanti. Gli indiani si opposero per oltre due decenni con la disobbedienza civile. Gandhi fu arrestato più volte e i manifestanti indiani perseguitati.

Dopo la seconda guerra mondiale, la posizione britannica si dimostrò insostenibile. Gli inglesi, indeboliti dalla guerra, sapevano di non poter controllare facilmente l’India. Nel 1947, i territori dell’India britannica divennero indipendenti e si divisero in India, di religione induista, e Pakistan occidentale (l’odierno Pakistan) e orientale (l’odierno Bangladesh), di religione musulmana. Un anno dopo, nel 1948, Gandhi fu assassinato da un estremista indù. Il movimento per l’indipendenza è tuttora molto sentito e Gandhi è venerato da molti indiani.

L’India del XX secolo
L’indipendenza indiana iniziò tra i conflitti etnici. I musulmani cercavano di emigrare nel Pakistan musulmano, mentre gli indù volevano entrare nell’India indipendente. I governanti dell’allora provincia del Kashmir, situata a nord degli odierni India e Pakistan, non volevano unirsi a nessuno dei due Paesi perché temevano che sotto il dominio dell’India o del Pakistan, parte della variegata popolazione del Kashmir sarebbe stata oppressa. Quando gli eserciti di Pakistan e India invasero il Kashmir, scoppiò una guerra sanguinosa. Sia l’India che il Pakistan riuscirono a occupare parti della regione.

Seguirono altre tre guerre tra i due Paesi negli anni successivi. In seguito alla guerra indiano-pakistana del 1971 che vide scontrarsi i leader dell’allora Pakistan orientale e occidentale, il Bangladesh ottenne l’indipendenza dal Pakistan. Questo periodo, in cui persero la vita centinaia di migliaia se non milioni di bengalesi, è conosciuto anche come il Genocidio del Bengala. Nonostante tutti questi conflitti armati, i confini del Kashmir non sono cambiati di molto. Ancora oggi, nessuna delle due parti riconosce la sovranità dell’altra sulla regione.


Cultura

L’India è un Paese enorme con più di un miliardo di abitanti e una grande diversità culturale. Non è quindi possibile parlare di una cultura indiana universale. L’India ha 23 lingue ufficiali, di cui l’hindi e l’inglese sono utilizzate dalle istituzioni. Si parlano anche centinaia di lingue locali, molte delle quali non sono riconosciute ufficialmente.

La famiglia è il pilastro della società indiana. È normale che più coppie sposate di diverse generazioni convivano in una sola casa, condividendo anche i guadagni e le spese. La stragrande maggioranza dei matrimoni sono combinati, per lo più dai genitori o dai nonni della coppia. I partner vengono scelti in base allo status economico, all’istruzione, al legame di sangue e alla casta. Sebbene il sistema delle caste sia stato ufficialmente abolito dopo l’indipendenza dell’India, nella pratica è ancora molto sentito.

La grande maggioranza degli indiani è di religione induista, ma esiste anche una cospicua minoranza musulmana. Vi sono anche piccoli gruppi di sikh, cristiani, buddisti e giainisti.

Aneddoto India

Il successo di Bollywood
L’industria cinematografica indiana ha una lunga tradizione. Già all’inizio del XX secolo venivano prodotti numerosi film in diverse lingue indiane, e questi numeri non hanno fatto che aumentare nel corso dei decenni. Nel 1986 l’India era il più grande produttore cinematografico al mondo, producendo più di 800 film all’anno. Oggi Bollywood sforna più di 1000 film all’anno.


I principali giorni festivi dell’India

L’India conta moltissimi giorni festivi che variano notevolmente da regione a regione. Di seguito sono riportate le più importanti. Poiché la maggior parte delle festività indiane segue il calendario indù, ogni anno cadono in una data diversa in base al nostro calendario gregoriano.

Data e festività Celebrazioni e usanze
Festa della Repubblica - 26 gennaio La festa nazionale dell’India. Si festeggia il giorno in cui, nel 1950, il Paese è diventato una repubblica democratica federale. La maggior parte delle aziende è chiusa in questo giorno.
Basant pantsjami - solitamente a febbraio Durante questa festa, gli indù piantano un albero di ricino sul quale ogni giorno vengono accatastati i rami. Questo processo continua fino alla luna piena successiva, quando la catasta viene incendiata per scacciare il demone Holika e onorare la dea Sarasvati. La festa simboleggia l’inizio del nuovo anno indù.
Holi-Phagwa - marzo La festa di Holi celebra l’inizio della primavera. Durante i festeggiamenti, le persone si tirano polvere e acqua colorata, e i colori simboleggiano la fioritura della natura.
Giorno dell’Indipendenza - 15 agosto In questa data si celebra l’indipendenza dell’India dal Regno Unito. Si svolgono diverse cerimonie, durante le quali viene issata la bandiera indiana, oltre a parate militari.
Dashera - settembre/ottobre Dashera è l’ultimo giorno e quindi il culmine di un festival di 10 giorni chiamato Navratri. È una delle feste più importanti dell’Induismo e viene celebrata in modo diverso in tutta l’India. Una cosa è certa: le protagoniste di tutte le celebrazioni sono le divinità più importanti della fede induista.
Diwali - ottobre/novembre Diwali è la festa delle luci, che celebra la vittoria della luce sulle tenebre. I festeggiamenti durano cinque o sei giorni, nel corso dei quali si accendono luci nelle case e nei templi e le famiglie si riuniscono per mangiare piatti tipici.

Cultura in India
L’Holi celebra l’inizio della primavera


Clima

L’India ha generalmente un clima tropicale, ma non mancano le differenze regionali a causa delle dimensioni del Paese. Ad esempio, l’India settentrionale è una zona a clima temperato, mentre le montagne dell’Himalaya, all’estremo nord, sono caratterizzate da tanti microclimi diversi. Alcune piccole parti di questa catena montuosa sono coperte da una coltre di neve tutto l’anno, mentre altre sono costellate da estese foreste di conifere. L’Himalaya blocca le correnti d’aria fredda provenienti dalla Cina e dalla Russia impedendo loro di soffiare sull’India, che di conseguenza non ha quasi mai inverni ghiacciati. Anche per questo, l’India meridionale ha temperature elevate e precipitazioni abbondanti tutto l’anno. Nella zona occidentale del Paese al confine con il Pakistan, il clima è sempre caldo e desertico.

Le montagne dell’HimalayaLe montagne dell’Himalaya tracciano il confine settentrionale dell’India

Il clima del subcontinente indiano è dominato dal monsone, un forte vento che soffia da una direzione per un determinato periodo. Per metà dell’anno un monsone secco genera correnti d’aria da nord-ovest, mentre nell’altra metà dell’anno un monsone umido genera tempeste sull’India dall’Oceano Indiano. Di conseguenza, nei mesi di giugno e luglio gran parte dell’India è soggetta a forti piogge.


Turismo

L’India vanta un’enorme varietà di attrazioni. I turisti visitano il Paese per la sua cultura variegata, per i monumenti e per godersi il clima caldo. Sebbene le metropoli indiane come Nuova Delhi, Mumbai e Bangalore siano destinazioni attraenti, un’altra opzione è lasciare il trambusto della città e visitare la campagna: qui la vita è molto più tranquilla e molti viaggiatori possono approfittarne per rilassarsi un po’ nelle zone rurali. Le attività comunque non mancano: si può esplorare la natura o approfondire la cultura rurale locale.

È possibile anche visitare una delle tante spiagge indiane: chi opta per un soggiorno più lungo in città dovrebbe tener presente che la vita quotidiana nelle città indiane è molto caotica, le regole del traffico raramente vengono rispettate e il rumore di giorno è assordante. L’abbondanza di risciò (carretti trainati da biciclette) e tuktuk (risciò a motore) aiuta i turisti a spostarsi da un luogo all’altro. Di solito il prezzo richiesto per un giro in città su questi mezzi di trasporto è piuttosto ragionevole.

Alcuni dei monumenti più belli dell’India

Il Taj Mahal
Il Taj Mahal, situato nel centro di Agra, è uno dei monumenti più famosi al mondo, nonché una delle 7 meraviglie del mondo moderno. Shah Jahan, quinto sovrano dell’Impero Moghul, fece costruire questo mausoleo in memoria della sua defunta moglie nel XVII secolo. La struttura di colore bianco perlato è nota per la sua simmetria e per i giardini rigogliosi che si dice simboleggino l’amore.

Il Forte di Agra
Il Forte di Agra è un imponente forte situato a 2,5 chilometri dal Taj Mahal, nella città di Agra. Fu costruito nella seconda metà del XVI secolo per ordine del sovrano moghul Akbar e fu la dimora dei membri della dinastia moghul per quasi un secolo. Le doppie mura del forte sono alte fino a 20 metri e lunghe 2,5 chilometri. All’interno si possono visitare numerosi edifici costruiti durante o dopo l’epoca di Akba.

Forte di AgraIl Forte di Agra è una delle maggiori attrazioni dell’India

Jaisalmer: la città d’oro
Jaisalmer, nel deserto del Thar, conta circa 70.000 abitanti ed è una città relativamente piccola per gli standard indiani. Deve il suo soprannome di città d’oro principalmente ai numerosi edifici costruiti in pietra arenaria gialla, ma anche all’imponente Forte Jaisalmer. Questo forte si erge su una collina a sud della città di Jaisalmer e offre un’incantevole vista di tutta l’area che lo circonda.

Il Forte Rosso (Delhi)
Si deve al sovrano Moghul Shah Jahan anche il Forte Rosso di Delhi, uno dei monumenti più celebri dell’India. Ogni anno, il primo ministro indiano tiene qui il discorso del Giorno dell’Indipendenza del 15 agosto. All’interno delle mura del forte, i turisti si intrattengono facendo acquisti e, naturalmente, ammirando la splendida architettura.

Forte Ajmer
Costruito alla fine del XVI secolo, il Forte Ajmer si trova a Jaipur, nel nord dell’India. Il maestoso complesso, fatto di pietra arenaria rossa e marmo, si affaccia sul lago Maota. Poiché all’interno del forte ci sono poche indicazioni per i visitatori, l’ideale è visitare il parco con una guida privata.


Economia e valuta

L’India è al quinto posto nella classifica delle maggiori economie globali, nonché una delle economie in più rapida crescita del mondo. I principali partner commerciali dell’India sono gli Stati Uniti, la Cina e gli Emirati Arabi Uniti. Il settore dei servizi è responsabile della metà del prodotto nazionale lordo indiano, ma il numero di persone che lavorano nell’industria e nell’agricoltura è di gran lunga superiore.

In India si usa la rupia indiana (INR). Una rupia può essere divisa in cento paisa. Le banconote in circolazione vanno da 1 a 2.000 rupie, mentre le monete sono da 50 paisa o da 1, 2 e 5 rupie. Sebbene i principali ristoranti e alberghi permettano di pagare con la carta di credito, è utile avere sempre con sé banconote e monete a sufficienza. Soprattutto fuori dalle grandi città, i pagamenti vengono fatti quasi esclusivamente in contanti. Nella cultura indiana è consuetudine contrattare sui prodotti: chi acquista al prezzo richiesto senza contrattare si ritrova a pagare un prezzo molto più alto.

Traffico in India
Un affollato mercato di Haiderabad, India centrale


Sicurezza

Sebbene la maggior parte dell’India sia sicura, vi sono alcune regioni in cui viaggiare è fortemente sconsigliato viaggiare, vale a dire il Kashmir a nord e le zone al confine con il Pakistan a ovest. Da evitare anche l’Assam, nella parte orientale. Consulta i consigli di viaggio approfonditi su questa pagina o su Viaggiare Sicuri, un servizio a cura del Ministero degli Affari Esteri. .

Salute
Prima di partire per l’India è opportuno sottoporsi alle vaccinazioni necessarie. I canoni di igiene in molte zone del Paese sono lontani dalle abitudini occidentali. Per questo motivo, occorre essere prudenti, dotarsi di una buona assicurazione di viaggio che copra eventuali spese mediche e portare con sé farmaci preventivi contro la malaria, visto che la zanzara della malaria è presente in gran parte dell’India. Tra i viaggiatori europei, che non sono abituati ai batteri indiani, è diffusa la diarrea del viaggiatore: è quindi opportuno bere sempre e solo acqua da bottiglie sigillate e far attenzione al cibo.

Attenzione: questo non è un sito web medico. Pertanto, prima di partire per l’India, occorre sempre informarsi adeguatamente presso il proprio medico in merito a vaccinazioni e farmaci.


Visto

È obbligatorio richiedere un visto per l’India prima del viaggio. Su questo sito web è possibile richiedere questo visto elettronico in modo semplice e veloce al costo di 59,95 € a persona. Una volta concesso, il visto viene inviato per e-mail. Ricordati di stamparlo e portarlo con te durante il viaggio.
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